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Comuni

Mappa generale/ General Map

NOTO



Noto è un comune Siciliano di 24.047 abitanti della provincia di Siracusa in Sicilia. È il primo comune siciliano e il quarto italiano per estensione territoriale (550 km²). Definita la "capitale del Barocco", nel 2002 il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO, insieme con le altre città tardo barocche del Val di Noto. Web

ROSOLINI

Rosolini, borgo feudale, si è sviluppata in un arco di tempo di oltre due secoli. La sua origine può farsi risalire alla metà del XV secolo in seguito al matrimonio tra Antonio Platamone e Margherita De Podio, la quale porta in dote il feudo Cugni d’Incumbao, più conosciuto come Li Salini, cioè il nostro attuale territorio.
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AVOLA

Avola si estende sulla costa, nel territorio a sud di Siracusa, lungo uno dei piú antichi percorsi greci della Sicilia: la via Elorina. L’ area in cui si trova ubicata è un eccezionale contenitore di beni culturali e ambientali e di essi la cittá costituisce la “porta”. Dalla grande Piazza Umberto I, giá Piazza Maggiore del celebre centro storico a pianta esagonale, iniziano le “strade” barocche e si accede alle spettacolari riserve naturali di Cava Grande del Cassibile e di Vendicari.

Il pianeggiante sito della cittá di Avola si pone in un contesto paesaggistico straordinario poiché compreso tra il mare Ionio e i monti Iblei, ovvero tra un litorale avente spiagge di calda sabbia fine e dorata, e la frescura e i profumi delle alture iblensi che a nord-ovest la circondano. La felice peculiaritá del microclima che tale situazione determina, ha consentito la coltivazione della canna da zucchero - dal ‘400 all’800-, della vite, del mandorlo e del limone i cui frutti continuano, ancora oggi, a fornire prodotti di alta eccellenza. La Mandorla Avola, dall’ovale perfetto, come scriveva Leonardo Sciascia, e il Nero d’Avola, originato dall’omonimo antico vitigno, sono famosi in tutto il mondo per i loro inconfondibili sapori. Web

PACHINO

« ...Meglio è con lungo indugio e lunga volta
girar Pachino e la Trinacria tutta,
che, non ch'altro, veder quell'antro orrendo,
sentir quegli urli spaventosi e fieri
di quei cerulei suoi rabbiosi cani...
...Rademmo di Pachino i sassi alpestri,
scoprimmo Camarina, e 'l fato udimmo,
che mal per lei fôra il suo stagno asciutto... »
(Virgilio, Eneide, III-1095)
Pachino (Bachinu o Pachinu in siciliano) è un comune italiano di poco più di 22.000 abitanti della provincia di Siracusa in Sicilia.
Pachino è la città che ospita la coltivazione IGP del pomodoro ciliegino detto, appunto, Pachino
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PORTOPALO

Il territorio che oggi comprende Portopalo era abitato sin dall'antichità. Il villaggio è stato denominata in vari modi: inizialmente Capo Pachino, in seguito Terra Nobile ed infine Porto Palo. Il fondatore di Portopalo è don Gaetano Deodato Moncada, che se ne interessò fin dal 1778 e che nel 1792 fece edificare a sue spese un centinaio di case intorno alla tonnara. Il primo nucleo urbano era composto da circa 300 persone, tra contadini, pastori e pescatori.

Fino al 1812, quando fu abolita la feudalità, Portopalo fu villaggio suburbio di Noto. Passò poi sotto il decurionato di Pachino, finché nel 1974 non divenne comune autonomo ad opera del Dott. Salvatore Gozzo, medico e politico. L'autonomia del paese, che intanto aveva assunto il nome completo di Portopalo di Capo Passero, fu approvata in sede di Assemblea regionale, con legge regionale n.1 del 01-03-1975.

Nel 1936, come risulta dal censimento, era abitato da 1.710 persone, sistemati in piccole abitazioni lungo la via Vittorio Emanuele, e si presentava come un tranquillo borgo di campagna. La maggior parte delle case erano bianche e screpolate dal sole e dalla salsedine. In quasi tutte era presente un piccolo spazio ('u bagghiu) adibito a stalla, dove era anche possibile coltivare un piccolo orto.

In paese non esisteva una rete idrica che fornisse acqua alle abitazioni: le donne erano quindi costrette, per lavare i panni, a recarsi al pozzo comunale presso il castello Bruno di Belmonte (ora Tafuri). La vita dei portopalesi si consumava di giorno nei campi e di sera al mare, al cianciolo, per arrotondare le entrate. Mapa

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Progetti

Progetto SERVAGRI



Assicurare i più alti livelli di qualità e sicurezza alimentare, produzione sostenibile, occupazione rurale e migliore qualità di vita nei contesti rurali, attraverso l’attuazione della metodologia del bottom-up. Il coinvolgimento diretto dei gruppi target, la concertazione e la dinamica inclusiva promossa come protagonismo partecipativo di tutti gli attori interessati, pubblici e privati, statali e non statali, insieme all’approccio operativo di Progetto, assicurerà opportunità di accesso appropriate a tutti gli attori chiave dello sviluppo a livello istituzionale, ambientale, economico e sociale.

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Progetto HILFTRAD



Traditional cheeses are linked to the territory of origin from which they draw peculiar characteristics defined “Biodiversity Factors “. The factors related to land, climate, raw milk, pasture, farming and the historical and cultural aspects that distinguish the production area. For these reasons, a traditional cheese can become a vector of knowledge of the place and its culture, a means of interaction between the production chain and consumers. Therefore the project idea is to promote the variety of Tunisian cheeses and territories, thanks to these factors that become “markers” and “brand” of the territory. leggere +

Progetto Les Voyages de la Connaissance

Le projet vise à adéquatement valoriser les ressources liées aux identités territoriales, en particulier le patrimoine culturel immatériel et l'artisanat d'excellence, proposer des parcours innovants à la découverte du patrimoine fondés sur les traditions et les racines communes des deux territoires et, fournir des informations concrètes sur les territoires à travers un système de communication moderne en toutes saisons. leggere +

Progetto UMAYYAD

At Mediterranean level, tourism has often led many countries and regions to develop the industry in a competitive way rather than in a cooperative manner. For obvious climatic reasons but also due the role played by tour operators, Mediterranean tourism destinations have based their growth essentially on a “sun and sea” vision and developed strategies aimed at maximizing short term profits instead of addressing the needs and expectations of customers and residents. In this sense, there is a real need to adopt and introduce new consumer models translated into environmentally friendly tourism products, respecting natural resources and diversifying the seasonal nature of tourism demand. UMAYYAD contributes to this objective by promoting sustainable tourism based on the synergies derived from the design of a cross-border itinerary between 6 countries sharing common history and cultural background. Leggere +

Progetto GOALS

According to the WTO, tourism impact in the MED region is higher than in any other region in the world. The GDP produced by tourism in the world is close to 10% of total global GDP, and accounted for over 230 million jobs worldwide. For the European Union tourism is playing a key role in strategies for stimulating economic growth in the next few years. The exceptional social, cultural and natural heritage in the Mediterranean Basin is a factor of competitiveness and makes tourism development a growth opportunity for its regions; simultaneously its preservation is an ethical requirement, besides responding to consumer significant trends: World Travel Market Global Trends Report 2008 identifies in the desire for social and environmental responsibility, authentic travel and fair trade experiences. Leggere +

Progetto MED-DIET



MedDiet project aims at spreading knowledge about the benefits of the Mediterranean Diet, as an integral part of the Mediterranean lifestyle, giving to consumers the opportunity to understand in an easy way how important is a healthy dietary pattern and how important is to preserve healthy traditions, also in terms of nutritional value of food.

Mediterranean Diet is characterized by the abundance of fruit, vegetables, legumes, cereals and nuts, the usage of olive oil, the frequent consumption of fish, the moderate consumption of dairy derivates and the low consumption of red meat and simple sugars.

The "Mediterranean diet and enhancement of traditional foodstuff - MedDiet" is a strategic project funded by European Union in the framework of the ENPI CBC Mediterranean Sea Basin Programme (www.enpicbcmed.eu)

MedDiet project supports schools, restaurants and institutions interested to promote and safeguard the authentic Mediterranean Diet by providing a Mediterranean Diet Knowledge System and a set of tools for education and dissemination of its principles. Leggere +

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CLUSTER BIOMEDITERRANEO

Bio-Mediterraneo - Salute, bellezza e armonia Il Mediterraneo unisce continenti, Europa, Africa e Asia, religioni, civiltà, popoli e culture. Nel Cluster viene evocato dalle diverse tonalità di azzurro del pavimento, che richiamano tutte le sfumature del mare. leggere +





Eventi

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Aziende delle terre dell'Eloro

Pomodoro di Pachino IGP

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, il cosiddetto "pomodoro di Pachino", in particolare le varianti note come "ciliegino" e quella "a grappolo", non è nato nella zona di Pachino: qui le coltivazioni di pomodori risalgono al 1925, ma si trattava di normali pomodori da insalata dalle dimensioni normali e variabili.

Pomodori simili a quello di Pachino, di forma rotonda e dimensioni abbastanza ridotte, a volte di caratteristico colore giallo-rossastro, erano invece coltivati in tutto il Meridione d'Italia, a livello familiare, senza alcun sbocco commerciale: erano pomodori «da serbo», destinati all'autoconsumo durante il periodo invernale proprio perché dotati di particolari doti di serbevolezza: a tal fine, si conservavano in grappoli tenuti al riparo dalle intemperie stagionali, all'interno o all'esterno delle abitazioni[1], in quest'ultimo caso protetti dalle precipitazioni grazie allo spiovente dei tetti.

Fu solo nel 1989 che un'azienda israeliana produttrice di sementi, la HaZera Genetics, agendo tramite una sua società controllata, produsse in Sicilia due nuove varietà dette Noemi e Rita, quest'ultima "a grappolo".

La prima accoglienza della nuova variante fu di diffidenza, ma poco a poco essa si affermò ed ebbe un grosso successo. Poiché il territorio agricolo di Pachino e dintorni è particolarmente adatto alla coltivazione di questa variante, essa ha assunto il nome commerciale di "pomodoro di Pachino".[3] Da tenere presente che il primo seme denominato Noemi non è più in produzione da tempo, soppiantato da altre varianti che nel frattempo sono state da esso derivate.[3]

È importante osservare che le varianti Noemi e Rita, e le successive varianti migliorative, oggi coltivate a Pachino e dintorni, sono state ottenute con la cosiddetta tecnica selettiva MAS (MAS è l'acronimo di Marker Assisted Selection, cioè selezione assistita da un marcatore). La registrazione IGP del "pomodoro di Pachino" non entra naturalmente nel merito, ma si limita a garantire il consumatore che con tale nome è possibile commercializzare solo quel tipo di pomodori, che vengono coltivati nella zona indicata.

Melone cantalupo di Pachino

Il Melone Cantalupo, il più pregiato tra i meloni retati, è coltivato da anni con successo in Sicilia nelle zone Pachino.

Caratterizzato da una retatura marcata, ha una forma tondeggiante con cavità interna molto piccola; la polpa è di colore salmone intenso e un gusto dolce e profumato e il peso medio è di 1.3 – 1.6 chilogrammi. La sua ottima resistenza, il suo gusto raffinato ed il suo contenuto di vitamine e fibre ne fanno un prodotto salutare e molto ricercato.

Mandorla pizzuta di Avola

È stata selezionata nell'Ottocento dal botanico avolese Giuseppe Bianca. La fioritura inizia a gennaio. Le mandorle maturano tra la terza decade di luglio e la prima decade di agosto. Questa varietà è autoincompatibile. Generalmente, per la raccolta, si esegue l'abbacchiatura. La resa in sgusciato è compresa tra il 21 e il 23%. La percentuale di semi doppi è del 15% circa. È molto ricercata nell'industria dolciaria e per la produzione di confetti. Insieme alla Romana e alla Fascionello è una delle tre cultivar tutelate nel presidio di Slow Food "Mandorle di Noto".

Vino Nero d'Avola

Il Nero d'Avola si presenta alla vista di un gradevole rosso rubino, più o meno intenso a seconda delle tipologie del vigneto, della sua giacitura e dell'invecchiamento, ha un gusto con sentori di bacca, di ciliegia, prugna, nelle migliori zone presenta note speziate e balsamiche.

Va servito a 15-18 °C e si abbina a carni rosse, arrosti e formaggi stagionati.

Vino Eloro doc

L'Eloro è un vino a Denominazione di Origine Controllata riservata a vini prodotti nella Provincia di Siracusa precisamente nei comuni di: Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini e nel comune di Ispica della Provincia di Ragusa

Vino Moscato di Noto docg

Il Moscato di Noto è un vino a DOC che può essere prodotto nei comuni di Noto, Rosolini, Pachino, Avola tutti in provincia di Siracusa.

Limone femminello

Nel bacino del Mediterraneo il limone ha trovato notevole interesse colturale e commerciale: la Sicilia rappresenta il centro di produzione di limoni più importante del Mediterraneo. L’origine del limone “Femminello” non è nota. È probabile che si tratti di una delle prime introduzioni di limone effettuate in Sicilia, dato che la "Femminello" si trova diffusa in tutta l'Isola. Il frutto è molto variabile per dimensione, forma, spessore della buccia, finezza dell'epicarpo, numero di semi, percentuale e composizione del succo. La pianta è vigorosa con un frutto grosso e allungato, il succo abbondante e profumato, leggermente amaro.

Il Femminello comune è la varietà più diffusa ed apprezzata per la produzione abbondante, molto adatta alla forzatura e per la resistenza dei frutti alla manipolazione ed al trasporto.

Fragola di Cassibile


La prima varietà di fragola coltivata risale agli inizi del Settecento in Francia. In quel periodo Frézier, un ufficiale del Genio francese mandato in missione in Cile, portò con sé al suo ritorno la specie indigena da cui derivano tutte le varietà successivamente coltivate.

Oggi la fragola più usata è quella selvatica, o fragolina di bosco, originaria dell'Europa e della Siberia: cresce nei boschi, nelle radure e nei luoghi erbosi, fino a 1800 m di altezza.

In Sicilia la fragolina di bosco cresce spontanea nelle macchie del massiccio delle Madonie, sui Monti Nebrodi e sull'Etna, ma esistono anche coltivazioni pregiate nelle zone vallive di Ribera e Sciacca, dove si producono frutti dalla storia singolare. Infatti, pare che le piccole fragole coltivate ancora oggi in quest'area dell'agrigentino derivino da piantine portate in Sicilia dai reduci dalla Grande Guerra.

Carciofo violetto di Rosolini





Il carciofo (Cynara scolymus L) è una pianta erbacea perenne che si presenta con un fusto eretto, ramificato al momento della fioritura, robusto, striato in senso longitudinale, fornito di foglie alterne, la cui altezza varia mediamente tra gli 80 ed i 130 cm.

Le varietà del carciofo sono numerose, ma solo alcune hanno un'ampia diffusione, mentre altre rivestono solo importanza locale e, talvolta, cambia solo la denominazione nelle diverse località di coltivazione.

In provincia di Venezia sono coltivate due varietà di carciofo: il "Violetto di Chioggia" e il "Violetto di Sant'Erasmo".

Da secoli ormai, in laguna di Venezia in particolare a Sant'Erasmo, Vignole, Lio Piccolo, Malamocco, Mazzorbo, si producono carciofi di grande qualità, frutto del lavoro e della tenacia di agricoltori, che a dispetto delle mode del mercato globale, riescono a conservare antichi sapori.

La varietà di Rosolini è senza dubbio la più eccellente.

Carrubo di Rosolini

Il Carrubo e' una pianta originaria del bacino meridionale del Mediterraneo. Diffuso nell'Italia meridionale, specie in Sicilia e Sardegna. Gli esemplari piu' a nord si trovano sul promontorio dell'Argentario (Toscana).

Albero robusto, alto 7-10 m, dal portamento espanso tabulare.

Tronco piu' o meno difforme, con corteccia liscia, bruno-rossa. Foglie alterne, persistenti, composte da 2-5 paia di segmenti ovali, rotonde o smarginate all'apice. I fiori, in prevalenza unisessuali, tendono a ripartirsi su piante separate in base al sesso, determinando nella specie un comportamento essenzialmente dioico. Molto piccoli e di colore verde-rossastro (privi di corolla, calice con 5 sepali presto caduchi), sono riuniti in grappoli cilindrici eretti, quelli maschili con 5 stami, quelli femminili con uno stimma sessile.

Il frutto (carruba) e' una camara allungata e appiattita, di circa 2x10-15 cm, nerastra a maturita', con epicarpo crostoso, mesocarpo carnoso, dolce e una fila di piccoli semi lenticolari, bruni, di consistenza lapidea.

La crescita del carrubo e' lenta, la sua longevita' molto alta, fino a 500 anni. Caratterizza l'aspetto piu' caldo della macchia mediterranea, dove si accompagna a olivastro, palma nana, filirea maggiore, lentisco, mirto e altre specie arbustive ed erbacee.

a Rosolini fino a migliaia di anni

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